8 curiosità su 8 piante

Piante

Quelle 8 informazioni basilari senza le quali vivi ugualmente, ma che ora ti interesserà conoscere

Conoscete la Pawlonia? E’ un genere di piante originarie della Cina e introdotte in Europa nel XIX secolo. L’albero di Paulonia ha una serie di pregi interessanti: è particolarmente resistente, non soffre il gelo, ha un legno 40% più leggero degli altri, una fioritura lilla abbondante, decorativa e molto amata dalle api, una crescita fulminea ed è molto apprezzata ultimamente anche per la produzione di biomassa. Una curiosità? In Giappone la Paulownia è anche conosciuta come “l’albero della principessa”. Un tempo era tradizione piantarla quando nasceva una bambina. L’albero, a crescita rapida, sarebbe maturato insieme alla ragazza, e quando avrebbe raggiunto l’età del matrimonio veniva tagliato e trasformato in articoli di legno per la sua dote.

Pawlonia tomentosa

Lo mangiate ovunque: guacamole, in insalata, nello smoothie, con le uova strapazzate, frullato, con del formaggio. Ma da dove deriva la parola “avocado“? Nella lingua Nahuatl parlata dagli Aztechi, la parola «ahuacatl», da cui deriva «avocado», significa «testicolo». Si, esattamente.

Ovviamente la curiosità su questo frutto non è la sua etimologia, quanto le sue caratteristiche: l’avocado infatti ha un enzima che ne sfavorisce la maturazione; può rimanere attaccato all’albero anche per 7 mesi senza essere raccolto. Ecco spiegato il motivo per il quale è un frutto disponibile praticamente tutto l’anno.

Avocado

L‘ortensia è da sempre considerata una pianta ambigua. La storia vuole che venne portata per la prima volta dall’Oriente all’Europa dal naturalista francese Philibert Commerson, che la chiamò così in onore di Hortense Barrè, di cui era innamorato. La fanciulla era però la figlia di un amico dell’esploratore e non poté ricambiare il sentimento. O forse sì, ma solo in segreto e per un momento fugace. Il significato del fiore è dunque molto controverso e racchiude i due risvolti di quella storia: alcuni sostengono che rappresenti il distacco e il sentimento non corrisposto; per altri è una dichiarazione d’amore.

Sapevate che l’ortensia può cambiare il colore dei suoi fiori in base al pH del suolo? Armatevi di elettrodi e misuratore di pH del terreno e se vorrete un’ortensia blu, basterà avere un terreno con pH pari a 5,5 o inferiore. Un pH 6,5 o superiore farà produrre delle ortensie rosa mentre, tra 5,5 e 6,5, avrete fiori dalle sfumature bianche e viola. Modificare l’acidità di un terreno non è un’impresa titanica: uno dei metodi per abbassare il pH del terreno in modo graduale è quello della somministrazione protratta nel tempo di letame e materia organica, ma anche la pacciamatura con foglie secche di quercia o abete può aiutare.

Hydrangea – Ortensia

Anthirrinum Majus, comunemente detta Bocca di Leone. Cosa conoscete di questa pianta dai sgargianti fiori?

In epoca medioevale la tradizione voleva che le ragazze mettessero tra i loro capelli alcune bocche di leone nel caso volessero rifiutare i corteggiatori sgraditi, in modo da rendere pubblico il loro rifiuto. Al giorno d’oggi i piccoli e alle volte sgargianti fiori vengono utilizzati in campo industriale, poiché da essi è possibile estrarne il colore. Nel linguaggio dei fiori e delle piante, per via dell’uso che ne facevano le ragazze, la bocca di leone simboleggia il disinteresse e l’indifferenza e, in tutte le tradizioni culturali, è stato da sempre considerato il fiore emblema del capriccio. Ma c’è una particolarità: lasciando appassire i fiori, i semi che ne derivano assomigliano a dei piccoli teschi. E’ impressionante come la natura a volte riesca a stupire anche con l’orrido.

La Jabuticaba è una pianta brasiliana. Sviluppa i suoi frutti in piena primavera (a Novembre, quindi). Dal sapore molto dolce (alcuni dicono ricordi il sapore dell’uva), il suo frutto matura molto velocemente, tanto da considerarsi molto pregiato e raro da trovare sulle tavole, ma impiegato molto nella medicina omeopatica per risolvere problemi respiratori e di digestione.

La sua caratteristica principale che la porta ad essere menzionata qui è che sviluppa i suoi frutti direttamente sui tronchi.

Jabuticaba

Si chiama Rafflesia Tuan-Mudae, è rosso, ed è il fiore più grande al mondo. Ma regalarlo ad una persona alla quale volete bene significa augurarle anche di restare con una maschera anti-gas per diverse ore.

117 centimetri di diametro e circa 30 kg di peso hanno fatto entrare a gamba tesa questo fiore sbocciato tra i tronchi di altre piante della foresta pluviale indonesiana nel guinness dei primati, ma pare che la Rafflesia non abbia gradito molto l’illustre titolo ricevuto. Immaginatelo come una grande calla, con enormi petali carnosi rosa salmone ricoperti da macchie simili a bolle e, soprattutto, con un odore pestilenziale che ricorda quello della carne in decomposizione. Il terribile odore serve ad attirare le mosche che lo impollinano e ovviamente gradiscono questo fetore.

Quindi, pensateci bene prima di regalarlo, a meno che la vostra ambizione non sia quella di tornare single.

Rafflesia

Vi siete mai chiesti perchè solo la Mimosa sia considerata come il fiore perfetto per l’8 Marzo, il giorno della Festa della Donna? Per una ragione puramente economica, ma non solo. Il fiore dell’acacia dealbata è uno dei primi a sbocciare dopo l’inverno, ed è recidibile solo nel giro di pochi giorni e in grande quantità: questo ne determina un prezzo molto basso sul mercato. Un’altra ragione, puramente cromatica, deriva dal fatto che il giallo è un colore molto sgargiante che simboleggia la rinascita dopo un lungo periodo di grigiore come l’inverno. L’analogia con la condizione femminile è presto fatta.

Acacia dealbata – Mimosa

Per ultimo, ma non per importanza, il baobab. Soprannominato da molti “albero della vita” per la sua longevità (alcuni esemplari attualmente esistenti raggiungono circa i 1300 anni di età), rientra così tanto nell’immaginario collettivo da meritare menzioni e posti d’onore nella letteratura e nella cinematografia più conosciuta. Basti pensare a “Il Piccolo Principe” o “Il re Leone”, per associare subito una immagine di questa pianta ad un pensiero nella nostra mente.

Baobab

Impossibile delineare con precisione l’età di questi monumenti naturali se non con la datazione al carbonio, poiché non si sviluppano anelli concentrici nei loro tronchi. Il suo fiore è notturno e dalla durata di una sola notte. Il frutto ha un guscio vellutato e ha le dimensioni di una noce di cocco, del peso di circa 1,5 chilogrammi e dal gusto simile ad un incrocio di pompelmo, pera e vaniglia. Contiene il 50% in più di calcio rispetto agli spinaci, antiossidanti e tre volte la vitamina C di un’arancia. In pratica, è un elisir di giovinezza a pronto consumo.

Alcuni degli alberi più robusti, erano utilizzati in maniera efficace come rifugi antiaerei durante le ultime guerre. Basti pensare che nei tronchi più grandi riescono ad entrare comodamente fino a 50 persone.

Sono molto efficaci come mezzo di raccolta di importanti quantità di acqua piovana: i tronchi a volte raccolgono fino a 32.000 litri d’acqua. Questa è senza dubbio una caratteristica ambientale molto utile per le persone e gli animali nella zona, durante la stagione secca.

Ultima e amara curiosità? I recenti cambiamenti climatici stanno determinando un repentino cambiamento della crescita di queste secolari attrazioni viventi tanto preoccupante da destare attenzione e classificarle come pianta in pericolo di estinzione.

Baobab Trees

Come allevare un drago in casa

Piante

Nulla nasce dal nulla, nemmeno le leggende.

Non sono esenti da questo i racconti sulla origine di alcune piante: alcune di queste storie descrivono vicissitudini così fantasiose ma così ricche di dettagli, che vale la pena raccontarle anche ai nostri giorni.

Un tempo, come tutti sanno, le montagne erano popolate da draghi. Si dice fossero tra le creature più sagge, ma anche più avare: bramavano principesse e tesori portando via con loro tutto quanto una volta conquistate, in spazi e tempi lontani. Le dragonesse, rimaste sulla Terra, quasi certamente non distrutte dal dolore, si rifugiarono nell’arcipelago delle Isole Canarie e lì vi restarono finché non subirono l’incursione da parte di guerrieri e cavalieri che, per la prima volta, decisero di spingersi oltre le già note Colonne d’Ercole.

Stizzite, infuriate e gelose del loro territorio, cercarono di lasciare queste terre invano. Plinio il Vecchio, uno degli incursori di queste isole, assistette alla trasformazione delle dragonesse. Come in un contrappasso dantesco, la loro voglia di spiccare il volo era tanto grande quanto anche il loro peso, aumentato per pigrizia e buona cucina mediterranea, così da rimanere piantate a terra in modo così saldo che le squame delle loro zampe divennero radici: nacque così la DRACENA DRACO.

Al di là di quanto possa essere o meno veritiera questa leggenda, le popolazioni indigene delle isole Canarie hanno attribuito a questa pianta una valenza magica. In parte per le forme insolite che assume, ma soprattutto perché quando il tronco viene inciso, la resina che ne fuoriesce è di un colore rosso vermiglio molto intenso, quasi come fosse sangue.

A livello medicinale questa resina è ricchissima di proprietà: cicatrizzante, antiasmatico e disinfettante. Per questo è ampiamente impiegata nella medicina di pronto intervento in America Latina e in Africa.

A livello esoterico, secondo la magia, esistono fondamentalmente dodici modi per utilizzare il cosiddetto “Sangue di Drago”, tra cui aumentare la passione, far tornare un amore, per esorcismo, fertilità.
La resina liquida viene anche impiegata nei bagni, sia bagni d’amore che bagni di purificazione.
Versata sulle fotografie insieme ad erbe o polveri d’amore da sempre viene impiegata nella magia amatoria. Il sangue di drago rientra altresì nella preparazione degli inchiostri magici impiegati per siglare patti e legamenti.Si, capirei se mi diceste che è nata in voi la voglia di avere un drago in casa e vi direi che questa pianta, sebbene abbia conservato la caratteristica principale delle sue origini, la pigrizia delle dragonesse, divenendo estremamente lenta nella crescita, è molto versatile; si adatta molto bene ad ambienti interni purché ben arieggiati e luminosi, o ad ambienti esterni la cui temperatura però non arrivi mai al di sotto dello zero.

Io ho appena piantato un drago in veranda, voi?